martedì 6 maggio 2014

"Se le questioni dell'adolescenza non ricevono risposta entro un certo momento nel tempo, non potranno mai più essere poste." Norman Fitzroy Maclean



"Ogni adolescenza coincide con la guerra che sia falsa, che sia vera/ogni adolescenza coincide con la guerra che sia vinta, che sia persa." Tre allegri ragazzi morti


Ripensare alla propria adolescenza, per chi adolescente non è più, significa nella maggior parte dei casi rievocare ricordi, sentimenti ed emozioni intensi e difficilmente ripetibili. Molti di noi proveranno nostalgia, altri affetto verso il proprio "giovane se stesso", altri turbamento ma quasi tutti sollievo per aver attraversato più o meno indenni un'età difficilissima e delicatissima.
L'adolescenza, ormai si sa, porta con se un'infinita serie di cambiamenti: il corpo cambia velocemente e inaspettatamente, le relazioni da infantili diventano via via più mature e ricche di sfumature, la famiglia non basta più a definire se stessi e aumenta la necessità di misurarsi con l'esterno per rispecchiarsi e riconoscersi nell'altro.

Le domande che ogni adolescente intimamente si pone sono: "chi sono ora? chi sto diventando?". 

Ma l'adolescenza è di per sè un paradosso.
Si chiede ai ragazzi maggior autonomia e contemporaneamente di continuare a dipendere dagli adulti, si chiede loro di fare delle scelte che altri dovranno approvare, si pretende che stiano buoni e zitti in banchi di scuola troppo piccoli ad apprendere noiosi insegnamenti mentre il corpo cambia, cresce e non riesce a star fermo, si vorrebbe che rispettassero regole delle quali non sempre viene compreso il senso, che fossero intraprendenti senza rischiare di mettersi nei guai di comprendere i propri limiti senza averli provati... 

"Ti rendi conto che i tuoi figli stanno crescendo quando smettono di chiederti da dove vengono, e si rifiutano di dirti dove vanno." P. J. O'Rourke

Già! E spesso lo fanno sbattendo la porta perchè sia chiaro ai genitori che da quel momento, e fino al loro ritorno, non potranno fare altro che fidarsi di loro tenendo a bada la propria ansia e le proprie fantasie apocalittiche spesso fomentate da fatti di cronaca sempre più sconcertanti.
Ma crescere significa anche questo e ogni genitore minimamente lungimirante lo sa. Non si può diventare adulti se prima non si interiorizza una propria autorità morale e questo può avvenire solo mettendo in discussione l'onnipotente autorità genitoriale dell'infanzia che però deve continuare a fornire un modello sano, resistente ma sufficientemente flessibile da risultare credibile.

"Non c'è bisogno di soffrire per essere un poeta; l'adolescenza è una sofferenza bastante per chiunque." John Ciardi

Ma l'adolescenza non è solo ribellione, è anche sofferenza. L'adolescente vive un'esperienza unica e personalissima nell'abbandonare i panni del bambino per vestire quelli dell'adulto, ma questo comporta anche fatica e dolore che non sempre è facile gestire se non viene sufficientemente supportato da figure di riferimento solide e degne di fiducia. L'adolescenza è lutto e rinascita insieme ed è per questo che il ragazzo deve essere accompagnato attraverso questa transizione 
ed aiutato a elaborare la perdita del "se bambino" mentre si festeggia la comparsa del nuovo "se adulto".  










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